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GALLICIANO’

Di Jacopo Werther, CC BY-SA 4.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=54841425

Il centro si trova a 621m s.l.m., sulla sponda destra della fiumara Amendolea. Ricade all’interno del parco nazionale dell’Aspromonte, trovandosi nel versante meridionale dello stesso massiccio montuoso

Attraverso un dromo (strada), composto da curve e strapiombi, si arriva alle prime case (località Vucida), e dopo qualche chilometro si giunge al paese, il cui nucleo abitativo si distribuisce attorno alla piazza con la chiesa di San Giovanni Battista.

La presenza dell’uomo è attestata nella valle dell’Amendolea sin dall’età neolitica[1]. Il primo centro abitato dell’area è stato Peripoli, città fortificata di periodo magno-greco.

La più antica attestazione documentaria di Gallicianò, risalente all’anno 1060, si trova nel “Brebion della chiesa metropolita bizantina di Reggio Calabria”, edito dal bizantinista André Guillou. In questo documento il centro è riportato col nome “τό Гαλικίανον[2].

Il toponimo tardo bizantino Galikianòn potrebbe derivare dalla famiglia gentilizia romana Gallicius che aveva dei possedimenti terrieri (Gallicianum) nell’area[3].

Fino all’età moderna, fu un possedimento del feudo di Amendolea, e ne seguì le vicende. Fu sede municipale a fine ‘700-inizio ‘800, poi la sede fu spostata a Condofuri Superiore.

Gravemente danneggiato dal terremoto del 1783, ha mantenuto la sua primitiva struttura. Le alluvioni del 1951 e 1971 costrinsero molte persone ad abbandonare il paese

Come per gli altri (ormai pochissimi) paesi della Calabria e Puglia che fanno parte della minoranza linguistica greca d’Italia, che un tempo copriva vaste zone di queste regioni e della Sicilia, è dibattuta tra i linguisti la questione dell’origine. Di certo il Meridione era grecofono durante il periodo delle colonie greche (almeno lungo le zone costiere), resta da stabilire se tale lingua sia sopravvissuta fino a noi, come sembrerebbe da alcuni indizi[4] e come sostenne Gerhard Rohlfs, o se si tratti dei residui di una reintroduzione del greco durante l’Impero Bizantino, o infine, una via di mezzo, ovvero la lingua sopravvisse ma fu molto influenzata dal greco medioevale bizantino. La lingua è comunque in grave rischio di estinzione.

Gallicianò è definito ”Acropoli della Magna Grecia”, poiché è l’unico borgo tuttora interamente ellenofono, anche se il greco di Calabria anche qui permane utilizzato in un ambiente sempre più esclusivamente domestico. La linguistica fornisce elementi per una datazione cronologica molto antica, la presenza di vocaboli, forme sintattiche e verbali particolari, infatti, riporta l’origine del centro all’VIII sec. a.C.[3]

Gallicianò è nota in tutta l’area per l’alta conservatività delle tradizioni grecaniche, non solo in ambito linguistico ma anche musicale, gastronomico e rituale.