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TORRE MOLFESE

Museo ORSOLEO 55.jpg
Di GiovanniVeloce – Opera propria, CC BY-SA 4.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=73251051

La Torre Molfese è un edificio storico che si trova in frazione San Brancato di Sant’Arcangelo, in provincia di Potenza. La struttura, già nota in passato come “Torre Mederico”,[1] dal nome della contrada dove è posta, giace su una collina circondata di ulivi e vigneti e si ritiene sia stata in origine una torre d’avvistamento a tutela dei viandanti diretti al vicino monastero di Santa Maria d’Orsoleo, che dista meno di un chilometro e mezzo in linea d’aria ed è raggiungibile proseguendo lungo la stessa via che porta alla torre.

La struttura si trova citata già in una pergamena del 1616 conservata all’archivio di Stato di Potenza.[2]
Nel catasto onciario del 1742, consultabile presso l’Archivio di Stato di Napoli, risulta tra i beni dell’annessa cappella di Santa Maria della Croce, giuspatronato della famiglia Giocoli di Sant’Arcangelo per successione ereditaria dalla famiglia Lucarelli[3], e nell’apprezzo allegato al documento settecentesco è descritta come «un comprensorio di terreni aratorij, e poca parte inculti, con cappella, e niviera diruta, casa detta la Torretta per proprio uso, e grotta e pagliari per uso, commodo, ed abitazione de bovi […] , di tumula duecento venti incirca, […] con molti piedi di quercie, e con fontana di fabrica surgiva, vulgo chiamata Medrico».[4]

La torre passa nella proprietà di appartenenti della famiglia Molfese di Sant’Arcangelo nel Novecento e dagli anni ottanta, dopo essere stata vittima con tutta l’area circostante di un progressivo e profondo degrado, dovuto anche alla chiusura delle attività del monastero d’Orsoleo, è stata ricostruita partendo dai ruderi rimasti, insieme alla piccola cappella di Santa Maria della Croce alla quale era appartenuta in passato.

Dall’inaugurazione avvenuta nel 1996, a restauro terminato, ospita al suo interno una raccolta di foto della civiltà contadina ed è sede del Centro Regionale Lucano dell’Accademia di Storia dell’Arte Sanitaria e Centro Studi sulla Popolazione, per migliorare la condizione dell’anziano in Basilicata.

La torre, oggi tra i beni sotto tutela della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio della Basilicata, viene aperta saltuariamente al pubblico in occasione di convegni e iniziative sul territorio.

L’edificio, di pianta quadrangolare, è composto da tre piani, con pareti di mattoni e pietre per quello a piano terra e di soli mattoni a vista per quelli successivi.

All’interno erano presenti un camino rudimentale e una scala per collegare, oggi come allora, i vari piani. La torre e tutto l’insediamento erano inoltre attrezzati di varie pertinenze e servizi: tra questi, grotte e ‘’catoggi’’, ambienti ipogei con funzioni di magazzino e riparo per animali, una ‘’nevera’’, cioè una ghiacciaia dove accumulare la neve per consentire la conservazione delle derrate alimentari, e soprattutto l’acqua, della quale ci si poteva rifornire grazie alla vicina fontana Mederico.