L’insigne collegiata di San Giorgio (conosciuta anche come Duomo di San Giorgio) è il principale luogo di culto cattolico di Ragusa, uno dei monumenti più importanti della città di Ragusa.
La chiesa madre della città intitolata al patrono della città, prima del 1693 sorgeva all’estremità est dell’abitato, nei pressi dell’attuale giardino Ibleo, dove si trova ancora il grande portale quattrocentesco, di stile Gotico spagnolo, unica vestigia rimasta dell’antico tempio.
La chiesa fu gravemente danneggiata dal terremoto e restarono in piedi parte della facciata, alcune cappelle e parte della Cappella maggiore, per cui venne costruito un ampio locale adiacente alla navata sinistra del vecchio tempio, in cui poter svolgere le funzioni.
Nel secondo quarto del XVIII secolo, si decise di trasferire la chiesa nel sito della vecchia di San Nicola, che fino al XVI secolo era stata la parrocchia dei fedeli di rito greco e successivamente, passata al rito latino, era divenuta “chiesa sacramentale” di San Giorgio.
I sangiorgiani, arroccati nella primitiva parte di città e fermamente convinti nel ricostruire nell’antico nucleo, subirono lo smacco dei sangiovannari, primi a ricostruire un proprio luogo di culto. Circostanza che continuò ad alimentare l’acredine e fomentare le diatribe fra fazioni da sempre in contrasto, ove un evento sismico aveva ribaltato la supremazia dei luoghi e l’ordine delle correnti.[1]
Del progetto venne incaricato nel 1738 Rosario Gagliardi, architetto di Noto, uno dei protagonisti della ricostruzione barocca, di cui questo edificio è forse l’opera migliore: infatti per costruirla l’artista ideò un superbo gioco di prospettiva; orientò la chiesa un po’ più a sinistra della piazza antistante (lo si può ben notare) così che la futura cupola fosse visibile dietro l’imponente facciata a campanile, caratteristica peculiare delle chiese del Gagliardi. La prima pietra fu posta il 28 giugno del 1739, come ricorda una lapide murata sul lato destro della scalinata, e tuttavia, come ricorda l’enigmatica iscrizione posta sul lato opposto, i lavori poterono cominciare solo nel 1744.
Il 5 ottobre 1775, con la “salita” delle campane, si conclusero i lavori della facciata. Secondo tradizione la cupola sarebbe stata progettata e realizzata nel 1820 dal capomastro ragusano Carmelo Cultraro, su modello di quella del Pantheon di Parigi, ma recenti studi e riscontri archivistici ne assegnano la paternità all’architetto Stefano Ittar.
I continui ricorsi di entrambi i rettori delle due fazioni alla Congregazione dei Riti presso la Santa Sede[2] determina il 10 dicembre 1865 la divisione civile del comune, la parte alta si prese il nome di Ragusa superiore, alla madre patria Ragusa, la forza dei numeri, impose il nome di Ragusa Inferiore, vi furono due distinti sindaci, due duomi, l’esplicito riconoscimento di due correnti (sangiorgiani e sangiovannari) che in fondo erano solamente la rappresentazione tra la vecchia nobiltà autoctona che si rispecchiava in San Giorgio e la nuova nobiltà, creatasi col tempo, e legata alla chiesa di San Giovanni.
Nonostante questa divisione il patronato della città resta a San Giorgio, patrono da sempre della città e confermato con il titolo di Patrono Principale Protettore della Città di Ragusa il 10 maggio del 1643 dai giurati della città riuniti per decidere l’unico Patrono della città, così come aveva imposto il papa del periodo. Solamente nel 1896 gli abitanti del comune di Ragusa superiore chiedono l’intitolazione di San Giovanni a patrono del loro comune, cosa che avviene ufficialmente nel 1897 quando San Giovanni viene proclamato “Patrono Particolare del comune di Ragusa Superiore”.
Nel 1926, con l’elevazione di Ragusa a capoluogo di provincia, si riuniscono i due comuni, scompare quindi il comune di Ragusa Superiore e si ritorna allo status di “Città di Ragusa”.
L’ultima modifica del complesso risale al 1890, quando venne realizzata l’inferriata che cinge la scalinata. Il Duomo è stato immortalato in innumerevoli film e serie televisive tra cui Kaos, Il commissario Montalbano e la seconda serie di L’onore e il rispetto.
Nell’attiguo museo del Duomo sono conservate le vestigia dell’antica San Giorgio, mentre nella sagrestia è possibile ammirare un magnifico altare cinquecentesco del Gagini.