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SAN MENAIO

Di Roberto Ferrari from Campogalliano (Modena), Italy – Spiaggia del Gargano (2), CC BY-SA 2.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=7994362

San Menaio (AFI[sammeˈnajo];[3][4] in dialetto garganico Saint’MnàAFI[sæɨnt‿mˈnaː]) è un borgo marino di 193 abitanti,[5] unica frazione di Vico del Garganocomune della provincia di Foggia, in Puglia. Detto anche San Menaio Garganico (secondo una definizione toponomastica in disuso)[6], si trova circa 7 km a nord del centro abitato di Vico del Gargano, lungo la costa settentrionale del promontorio del Gargano, all’interno dell’omonimo Parco Nazionale.

È un piccolo borgo balneare, che si snoda tra Rodi Garganico (distante solo 5 km) e Peschici lungo il percorso della litoranea SS89, il cui territorio è caratterizzato da antiche pinete d’aleppo (come la Pineta Marzini) che ne infiltrano l’abitato fino a lambirne la lunga spiaggia di sabbia finissima[7].

Deve gran parte della sua fama a Nicola Serena di Lapigio che sin dai primi anni del Novecento ne decantò le bellezze nelle proprie opere, ad Andrea Pazienza che la elesse propria dimora adottiva.[8]

Le prime tracce di vita umana nel territorio di San Menaio risalgono all’Età del rame, che sul Gargano si configura come una continuazione del Paleolitico[18]. Lo dimostrano i ritrovamenti dell’archeologo Raffaello Battaglia, risalenti al secolo scorso, nel sito di Macchia di Mare, o più precisamente di Coppa Cardone, ai confini dell’abitato in direzione Calenella[18].

La cultura tipo Macchia di Mare di quel periodo è testimoniata dalla presenza di ceramiche impresse o graffite a cotto e ceramiche giallastre, molte risalenti alla litotecnica della scheggiatura, che aveva ormai raggiunto livelli di elevata perfezione[18]. Durante il processo evolutivo delle tribù del promontorio, alcuni gruppi seminomadi si organizzarono in insediamenti stabili tra cui San Menaio (i siti archeologici della zona in cui sono stati registrati ritrovamenti sono diversi: Macchia di MareCoppa CardonePalianzaPunta ManaccoreAriola e Punta Molinella)[19]. Il raggruppamento di capanne sotto forma di villaggi, primo esempio di vita associativa presente sul Gargano, testimonia la tipica organizzazione sociale a carattere agricolo e venatorio.

La presenza, a San Menaio come nell’intero Gargano nord-orientale, di enormi giacimenti di selce potrebbe essere stato il principale motivo d’attrazione per popolazioni provenienti dall’Egeo e dall’Oriente che colonizzarono le zone costiere del promontorio per sfruttarne le immense risorse litiche, utili alla produzione di utensili ed armi[20][21]

Per questo motivo, tra il 3000 ed il 2000 a.C., sul Gargano si stabilirono i Dauni, popolo che diede vita ad una civiltà segnata da cultura, tradizioni e tecniche sviluppate.

La storia dell’area di San Menaio, in epoca greca, come di tutto il promontorio, si mescola abbondantemente con la mitologia che caratterizza da secoli la tradizione popolare della Daunia.

Notizie più precise ed attendibili si hanno in età romana, quando tra il Portus Garnae (tra Rodi Garganico e il Lago di Varano) e Apenestae (Vieste) esisteva un vicus sviluppatosi nei pressi dei più antichi insediamenti del “Monte Tabor”, di cui San Menaio rappresentava l’affaccio a mare. Altra testimonianza si ha negli ipogei di Montepucci, necropoli tardo-romana o paleocristiana. Nel periodo antico qui era diffuso il culto di Cassandra e della dea Mena (da cui, secondo una delle due teorie al riguardo, l’etimologia del nome di San Menaio). La tradizione vuole che ci sia voluta tanta volontà da parte dei primi insediamenti benedettini nella zona di San Menaio per spazzare via l’idolatria e far fiorire sui vecchi templi le chiese, vivificandole con i nomi dei santi e dei martiri cristiani.

A questo proposito il nome della località è, secondo la tradizione storiografica più diffusa e ricordata da Giuseppe D’Addetta, da far risalire alla vicenda che racconta dell’apparizione di San Mena, santo guerriero di origine araba, che salva gli abitanti dall’attacco dei Saraceni.

In epoca contemporanea il paese maturò la sua vocazione turistica già nel primo dopoguerra, quando i comuni del resto del Gargano incentravano la loro economia ancora esclusivamente sull’agricoltura e la pastorizia.

In seguito San Menaio vide la sua popolarità crescere repentinamente soprattutto negli anni sessanta e settanta, affermandosi a livello europeo come meta di villeggiatura elegante ed esclusiva e superando, purtroppo non senza eccezioni, innumerevoli tentativi di abusi edilizi che ne hanno minato la sobrietà del tessuto urbanistico costituito principalmente di villini con giardino perfettamente inseriti nell’orografia della costa. In quegli anni qui soggiorna e trova ispirazione l’artista Andrea Pazienza al quale nel 2008, a vent’anni dalla prematura scomparsa, è stato intitolato il Lungomare orientale.