Il santuario della Madonna dell’Arco è un edificio religioso sito nell’omonimo quartiere del comune vesuviano di Sant’Anastasia. Ogni Lunedì dell’Angelo è meta del tradizionale pellegrinaggio dei fujenti (o battenti), che accorrono numerosi da tutta la Campania, e sono soliti accompagnare il loro pellegrinaggio con una melodia vocale risalente al quattrocento, messa poi in musica secoli dopo.
Un altro evento che ricorre la seconda domenica di settembre è l’incendio al campanile durante la festa dell’Incoronazione di Maria Santissima.
Nel luogo dove oggi sorge il santuario era presente nel XV secolo un’edicola votiva, raffigurante la Madonna con il Bambino Gesù. La Vergine è chiamata “Madonna dell’Arco”, in quanto l’edicola era situata nei pressi di un antico acquedotto romano. Secondo la tradizione, il lunedì di Pasqua del 1450 un giovane, adirato per la sconfitta subita al gioco della pallamaglio, bestemmiando scagliò violentemente una boccia contro la vicina immagine sacra: l’effigie della Madonna avrebbe cominciato a sanguinare dalla guancia sinistra, facendo così gridare al miracolo la gente accorsa. La notizia arrivò fino al conte di Sarno, Raimondo Orsini, Gran giustiziere del Regno di Napoli, che imbastì un processo contro il bestemmiatore, condannandolo a morte. Il giovane fu impiccato al tiglio vicino all’edicola, che ventiquattr’ore dopo rinsecchì.[1]
Il lunedì di Pasqua del 1589, durante la festa dedicata alla Madonna dell’Arco, una donna di Sant’Anastasia, Aurelia Del Prete, si era recata sul luogo con il marito, Marco Cennamo, il quale voleva offrire un ex voto, essendo guarito da una grave malattia agli occhi. La donna aveva con sé un porcellino che, nella calca, le scappò: non riuscendo a riprenderlo, bestemmiando calpestò in un accesso d’ira l’ex voto del marito, raffigurante la Madonna. L’anno seguente fu colpita da una grave malattia, che le avrebbe causato il distacco dei piedi, tuttora visibili, racchiusi in una gabbietta di ferro, nella sala delle offerte del santuario. Morì poco tempo dopo, il 28 luglio 1590. L’accaduto divenne ben presto famoso e la fama della Madonna dell’Arco si diffuse anche al di fuori dei confini del Regno di Napoli.
Il 25 marzo 1675 l’immagine mariana sarebbe stata vista risplendere circondata di stelle: tra i testimoni ci furono anche il viceré di Napoli, Antonio Alvarez, e il cardinale Pier Francesco Orsini, futuro papa Benedetto XIII.