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TUMBARINOS (Gavoi)

Di Prc90 – Opera propria, CC BY 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=42352704

Il tamburo (tumbarinu ‘e Gavoi), attestato a Gavoi assieme al piffero (detto anche pipiolu) già dal 1829, è oggi quasi scomparso negli altri paesi della Sardegna. [1] In questo caso parliamo di uno strumento musicale che risulta essere la vera maschera e il vero protagonista di questo carnevale barbaricino. Uno strumento il cui suono (su sonu) echeggia e ricorda la storia e il passato. Durante il carnevale la comunità ballava e si divertiva attraverso il ballo sardo, elemento immancabile delle feste, il concerto del coro e il suono degli strumenti musicali tipici quali appunto il tamburo e le launeddas.

I tamburi sono costruiti a mano con pelli prevalentemente di pecora, di capra e di cane. Il vero protagonista di questo carnevale infatti è proprio il suono. Questi possono avere varia forma e possono presentare decorazioni di differente genere.

Al fianco del classico tamburo e a su pipiolu troviamo anche altri strumenti: Su triangulu (il triangolo) e su tumborro anche detto serraggia, strumento a corda realizzata con una vescica di maiale poggiata all’estremità di una canna e con funzione di cassa di risonanza. Una corda tesa, solitamente di crine di cavallo, viene poggiata sulla vescica e sfregata con un archetto di legno seghettato produce dei suoni.