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MUSEO FIORE SARDO

Prodotto secondo antiche tecniche di lavorazione artigianale, il Fiore Sardo è il tipico formaggio dei pastori che un tempo vivevano nelle Pinnettas e deve il nome all’impiego, ormai desueto, di stampi in legno di castagno o di perastro sul cui fondo era scolpito un fiore simile all’asfodelo o alla rosa peonia (accompagnato spesso dalle iniziali del produttore) che marchiava le facce delle forme.[1][2]

La sua origine è molto antica, risalente alla civiltà nuragica precedente la dominazione dell’Antica Roma[3], e nell’isola rappresentò il formaggio di maggior produzione sino all’avvento delle industrie casearie del Pecorino Romano alla fine del XIX secolo.[2]

Citato nella Convenzione di Stresa del 1951 su l’uso dei nominativi di origine e delle denominazioni dei formaggi, riconosciuto a Denominazione Tipica nel 1955 e d’Origine dal 1974, ha infine ottenuto la Denominazione d’Origine Protetta (DOP) nel 1996.[1]

L’associazione Slow Food ne tutela l’importanza attraverso un proprio Presidio.[2] Dal 30 settembre 2018 a Gavoi, in provincia di Nuoro, è presente il Museo del Fiore Sardo.[4]