Nato con l’idea di ampliare il raggio d’azione di quanto fatto per il progetto “Cenere”, nel quale l’attenzione si era soffermata sul repertorio di canti tradizionali da osteria, “Canti Sepolti”, il disco più recente del polistrumentista romano Gianluca Zammarelli, ne è dunque l’evoluzione andando a scavare nel repertorio più oscuro e meno praticato della tradizione italiana, spaziando dal settentrione al meridione della nostra penisola. Ad aprire il disco è “D’Amore E Di Veleno”, brano originale firmato dallo stesso Zammarelli ed ispirato alla sua lontananza dal Cilento, che ci introduce al canto alpino “La Frontiera”, appreso da Vincenza Cortazzo e risalente al repertorio della Prima Guerra Mondiale. La personale rielaborazione di “Cilento” dal repertorio del cantastorie Aniello De Vita, ci introduce poi al tradizionale abruzzese “La Donna Bella” rimodellata sulla versione che ne fece Modugno, ma è con la serenata romagnola “Svegliati”, appresa da Riccardo Masi e Sara Modigliani, che si tocca il vertice interpretativo del disco. Si prosegue con “La Ballerina” dal repertorio di Italia Rinaldi della provincia di Rieti, a cui seguono la rielaborazione del trallallero genovese “Di Te Mi Innamorai” a cui si accompagna il testo firmato da Zammarelli. La tarantella “Il Pollo” ci conduce verso il finale con il tradizionale cilentano “Sole Santo”, “La Notte è Bella” di Matteo Salvatore e il canto satirico lucano “La Monaca”. La nuova versione di “Oltremare” già ascoltata con gli Ypsos e qui diventata “All’Uscita”, e la ninna nanna cilentana “Sonno”, completano un disco senza dubbio interessante, che non mancherà di affascinare quanti vi si avvicineranno dedicandogli un ascolto attento.