Folk Maps

GROTTE

Grotte

Le cavità finora censite sono trentadue, di superficie e sommerse, che si insinuano e si articolano in gallerie e sale scavate nella roccia del costone palinurese delle quali solo alcune vengono sfruttate come attrazione turistica mediante esplorazioni guidate su imbarcazioni, che incessantemente prendono il largo dal porto alla scoperta di quelle che sono vere e proprie opere d’arte naturali quali la celebre “Grotta Azzurra”, la “Grotta d’Argento”, la “Grotta dei Monaci” e la “Grotta del Sangue”. La sola grotta azzurra, la più conosciuta e visitata per gli splendidi giochi di luce e l’intensità d’azzurro di cui le sue acque si caricano, che costituisce un forziere di preziosi spunti per gli speleologi e biologi che dai primi anni ’80 conducono incessanti e fruttuosi studi sulla natura morfologica, floristica e faunistica dell’incavo, definito un “laboratorio biologico in miniatura”. Nell’ambito di pochi metri, infatti, si raggruppano variazioni di luci, di idrodinamismo o di apporti trofici che nell’ambiente esterno possono interessare decine o addirittura centinaia di metri; grazie anche alla presenza sui fondali di sorgenti termali da cui sgorgano acque sulfuree che mescolandosi alle acque marine generano con i solfobatteri disposti sulle superfici rocciose, caratteristiche “nevicate” da cui trae ispirazione il nome del famoso antro della grotta noto come “Sala della Neve” e raggiungibile attraverso immersione subacquea. La favolosa tradizione delle origini di Palinuro trova poi espressione nella “Grotta delle Ossa”, in località Marina di Molpa, dove è stato rinvenuto il reperto archeologico più antico. Le pareti della grotta sono incrostate di ossa di uomini e animali. Inizialmente gli studiosi, forti delle testimonianze lasciate dagli scrittori vetusti, pensavano appartenessero ai romani, i quali per due volte naufragarono presso questi lidi: una volta, durante la prima guerra punica, quando una flotta romana di ritorno dall’Africa, perse cinquecento navi; una seconda volta, al tempo di Ottaviano, quando alcuni legni dell’imperatore non riuscirono a riparare nel porto di Palinuro. I morti di entrambe le sciagure, si accumularono secondo gli esperti in tre grotte, successivamente ostruite.

Cala Fetente: è la maggiore manifestazione del fenomeno idrotermale di Capo Palinuro. I primi venti metri della parte subaerea della grotta, lunga 300 metri, sono percorribili a piedi fino ad un lungo lago. I vapori di acido solfidrico (uovo marcio) si sentono chiaramente avvicinandosi con la barca, infatti la zona si chiama “Calafetente”. L’immersione è impegnativa per la ridotta visibilità delle acque lattiginose e per gli stretti passaggi, inoltre non è possibile emergere nel lago in qualsiasi punto. Le pareti sono bianche e lanugginose per la massiccia presenza delle colonie di solfobatteri. Una caratteristica forma di corrosione chiamata “il dente”, segna l’inizio di uno stretto tunnel lungo 200 metri. All’ingresso vi è è l’imponente flusso di acqua opalescente che sale in superficie separato dall’acqua di mare alla quota di -9 metri. Quattro persone hanno perso la vita in questa grotta.