Sito non lontano dalle foci dei fiumi Lambro e Mingardo, Palinuro si estende sulla piccola penisola dell’omonimo promontorio, Capo Palinuro, rinomato per la bellezza paesaggistica, le sue emergenze naturalistiche e per la presenza di grotte sia emerse, visitabili in barca, che sottomarine, raggiungibili solo in immersione.
Palinuro si trova all’incrocio delle strade statali 447, 447r, 562 e 562d; ad 8 km (nord-ovest) da Marina di Camerota, 10,5 (sud-est) da Pisciotta, 5 (sud) da Caprioli, 7 (sud-ovest) da Centola e circa 100 (sud-est) da Salerno.
Costruita in un orto gentilizio al centro di Palinuro alla fine del 1700, è un esempio di architettura rurale, che dimostra il notevole valore che veniva dato dai proprietari ai propri orti. La fontana ha forma rettangolare con tre propaggini che sporgono a forma di petali simmetrici. Vi sono dei tralci di vite disegnati sui pilastri laterali e, nonostante l’abbandono in cui versa, essa conserva una caratteristica pittura a pastello. Al centro vi è una cavità da cui sgorga l’acqua.
Alcuni scavi effettuati in Località San Paolo intorno agli anni ’50, portarono alla luce una necropoli arcaica risalente al VI sec. a.c. con inumazioni ed arredi funerari, tra cui una moneta riproducente su un lato la scritta PAL-MOL e sull’altro l’effigie di un cinghiale in corsa.
Alcuni indizi però e qualche leggenda indicherebbero la presenza umana in quei luoghi, già tre secoli prima.
Non sono presenti tracce o elementi riconducibili all’epoca romana, anche se è verosimile che le caratteristiche del promontorio siano state utilizzate con assiduità dalle navi sia commerciali che militari dell’antica Roma.
Con le scorrerie saracene ed il declino della vicina Molpa si ebbe l’incremento urbano ed abitativo di Palinuro in concomitanza con l’occupazione normanna.
Si ha per certa una scorribanda dei Saraceni l’11 giugno 1464 con gravissimi danni inflitti sia all’abitato di Palinuro che in altre località dei dintorni.