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BATTISTERO DI SAN GIOVANNI IN TUMBA

Di Bultro – Opera propria, CC BY-SA 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=29821404

Il battistero di San Giovanni in Tumba, detto erroneamente Tomba di Rotari, assieme alla chiesa di Santa Maria Maggiore forma il complesso monumentale di San Pietro. Si trovano a Monte Sant’Angelo, in provincia di Foggia.

Per tanti anni, a seguito dell’interpretazione errata di un’epigrafe, si è pensato che si trattasse della tomba del re Rotari (ad oggi non vi è certezza alcuna che sia stato seppellito a Monte Sant’Angelo[1]). Infatti non si sa di preciso se il re longobardo Rotari sia mai giunto a Monte Sant’Angelo, tuttavia gli viene attribuito un testamento, nel quale avrebbe espresso il desiderio di esservi sepolto, cosicché si è voluto riconoscere il suo mausoleo in questa singolare costruzione. In realtà risulta più attendibile che Rotari, essendo morto a Pavia fosse seppellito in quella città.

L’ipotesi più attendibile è che il Battistero di San Giovanni in Tumba fu fondato nei primi anni del XII secolo da un certo Pagano, originario di Parma ma residente a Monte Sant’Angelo, e da un Rodelgrimo, nativo del Gargano, entrambi rintracciati in un documento del 1109 che li identifica come cognati.

Pochi metri dividono il colonnato della basilica di San Michele (quest’ultima patrimonio dell’UNESCO) dalla più antica chiesa del paese: San Pietro, sede della prima parrocchia cittadina, che venne demolita nel 1891 per ragioni storiche. Di essa restano il seicentesco rosone a traforo posto sul portale d’ingresso, le basi di quattro colonne di granito, e la struttura absidale a semicatino scavata da nicchie risalente al XII secolo. A sinistra dell’abside si accede al Battistero dedicato a San Giovanni Battista che, nei primi del XII secolo, Rodelgrimo e suo cognato Pagano da Parma fecero sopraelevare e coprire a cupola. L’appellativo “Tomba di Rotari” è dovuto all’errata interpretazione del nome del costruttore e del vocabolo “tumba” (cupola).

Degni di attenzione sono i bassorilievi che sormontano l’ingresso e i capitelli e gli affreschi interni. A destra dell’ingresso di San Pietro si apre l’atrio che conduce alla Chiesa di Santa Maria Maggiore.