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CHIESA MATRICE DI SANTA MARIA DEL BORGO

Di Bitti Cattaneo – Opera propria, CC BY-SA 4.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=57043866

È la chiesa madre della città, impropriamente identificata come cattedrale, nonostante non sia mai stata residenza episcopale. Costruita probabilmente tra il 1573 e il 1580, assunse presto le funzioni parrocchiali, trasferite dalla più antica chiesa di San Giorgio, sita nella Terravecchia.Statue lignee a grandezza naturale

Successivamente, grazie all’acquisizione di particolari diritti e onorificenze in seno alla diocesi di Lucera, è fregiata del titolo di collegiata, retta da un arciprete e da un collegio di dodici canonici regolari.

L’edificio attuale è il risultato di vari rimaneggiamenti, il più incisivo dei quali avvenuto intorno al 1693, per ordine del vescovo di Lucera Domenico Morelli e a spese delle confraternite, a seguito del terremoto del 1688. Si presenta oggi a pianta basilicale, con tre navate scandite da dodici pilastri e la volta (costruita nella seconda metà dell’Ottocento) a botte con lunette.

La facciata, di forma rettangolare ad abbracciare l’estensione delle tre navate, è interamente costituita di blocchi di pietra squadrati. Ad interrompere questa austerità, il sobrio portale centrale in stile tardo-rinascimentale, sovrastato da un frontone arcuato aperto che accoglie, sulla sommità, le insegne del vescovo Morelli e la lapide della ricostruzione del 1693.Chiesa Matrice di Santa Maria del Borgo, cappella dei SS. Patroni Nicandro, Marciano e Daria

Il campanile, un paio di metri a nord-est del corpo della chiesa, è a torre quadrata, dello stesso stile della facciata, diviso in tre sezioni da due cornicioni marcapiano. L’ultima ospita l’aula campanaria. La torre termina con una cuspide ottagonale, che sul versante principale reca una meridiana.

Sul lato ovest, parallele alla chiesa e unite ad essa da tre archi che si aprono nella navata destra, tre cappelle: quella dei Misteri della Passione, dell’Immacolata e del SS. Sacramento. La cappella dei Santi Patroni, invece, è sita parallelamente alla navata sinistra, nella parte anteriore.

Da ammirare, la nutrita statuaria lignea di scuola napoletana, risalente al tardo barocco, come testimoniano le preziose ed espressive forme della statua dell’Immacolata, di San Michele, di San Nicandro, San Marciano e Santa Daria, commissionate nel 1719 dall’allora principe di San Nicandro, Baldassarre Cattaneo Della Volta Paleologo (Genova 1660 – Napoli 1739), allo scultore napoletano Alfonso Postiglione[7].

Il 9 marzo 2017 è stata riaperta al culto la cappella dei SS. Patroni Nicandro, Marciano e Daria, ai lati dell’altare lo stemma della famiglia Cattaneo Della Volta Paleologo. I colori scelti per l’altare e i reliquari delle statue lignee sono quelli dei vestiti della donna di San Nicandro.

Di un certo rilievo storico e artistico, la tela dell’Annunciazione, attestata al tardo Cinquecento, gli altari barocchi di San Michele e dei Santi Nicandro, Marciano e Daria, patroni della città.