La cappella della Madonna delle Grazie è chiamata dalla popolazione locale col termine cunèddha, che nel dialetto griko significa piccola immagine, con riferimento ad un’icona della Vergine, raffigurata insieme ai Santi Eligio e Donato, in un affresco all’interno. Eretta verso la fine del Cinquecento, compare per la priva volta nella relazione della visita pastorale dell’arcivescovo di Otranto Lucio De Morra del 1608, che ne attesta l’edificazione a spese e per devozione dei fedeli di Martignano. Dalla relazione della visita pastorale del 1755 si ricava una descrizione dell’affresco, che testimonia la presenza, ai lati della Beata Vergine, dei due santi Eligio e Donato, molto venerati dalle popolazioni contadine per essere, il primo, protettore dei maniscalchi e degli animali domestici, il secondo, protettore dei malati di epilessia. La piccola chiesetta, dopo l’edificazione del vicino convento dei Minori Conventuali, divenne il punto di riferimento per quelle madri indigenti che, volendo disfarsi dei neonati, li abbandonavano di notte per essere recuperati dai frati.