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RISERVA MOAC

File:Riserva Moac - Maya, 2009.JPG
https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Riserva_Moac_-Maya,_2009.JPG#/media/File:Riserva_Moac-_Maya,_2009.JPG

I Riserva Moac sono un collettivo folk rock italiano fondato nel 2002 e formato da nove musicisti molisani.

La Riserva Moac è un collettivo musicale composto da nove musicisti nati nelle province di Campobasso e Isernia. Grazie a numerose esibizioni dal vivo nazionali ed internazionali, i Riserva Moac diventano ben presto un fenomeno emergente del circuito musicale alternativo, in effetti in più di un’occasione condivide la scena live con band e artisti noti.

«Letteralmente e storicamente il nostro nome deriva da “Molise, Oriente, Africa, Cuba”, che sono le influenze principali, musicali e culturali che noi abbiamo usato nella nostra musica, ma che poi traslandolo può significare qualsiasi posto del mondo con la M, O, A, C. Insomma il senso è che la musica avvicina tutti i popoli, le culture, le differenze e creano qualcosa di effettivamente unitario e solidale[1]
(Fabrizio Russo spiega il nome del gruppo.)

Alla base di tutto c’è una scelta minimale di creare un sound basato principalmente sulla forza di strumenti acustici come: basso tuba, tromba e sassofono, fisarmonica e la sezione degli aerofoni etnici a sacco, ad ancia doppia e flauti tipici delle varie etnie mondiali, fatti letteralmente incidentare con ritmiche e strumenti provenienti da più parti del mondo e con basso, chitarra, batteria che hanno il compito di traghettarci nell’attualità e creare quelle sonorità che la realtà musicale moderna ci offre. Nel 2004 vincono il premio “Una Canzone per Amnesty” alla settima edizione del Concorso “Voci per la Libertà”, ed entrano tra i sei finalisti dell’Accademia della Canzone di Sanremo.

I Riserva Moac si rifanno all’immaginario di un villaggio, dove tutti sono benvenuti, e dove mescolare i suoni provenienti da ogni dove. Rieleborano in maniera originale il folk rock italiano e il Balkan beat, utilizzando strumenti acustici come la fisarmonica e soprattutto i fiati (basso tuba, tromba, sax e aerofoni etnici) insieme alla sezione rock composta da basso, chitarra, batteria, unendo così ritmiche e strumenti da tutto il mondo, la parola d’ordine è contaminazione; dalla canzone Bienvenido en la Riserva traccia titolo del loro primo album: Ma oggi, prego, facce nuove vengan qui da ogni dove. Non c’è alcuna recinzione, tutto è contaminazione in questo villaggio. E la Riserva). Il richiamo al dialetto, alla propria terra e alla cultura d’origine non è chiusura né ostacolo ma è il punto fermo su cui posa la punta di compasso tenendo ferma la quale, si possono compiere cerchi perfetti (Viaggie dente e fore).

DISCOGRAFIA