Folk Maps

CHIESA DI MARIA SANTISSIMA ASSUNTA

https://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/a/af/Chiesa_di_Maria_Santissima_Assunta_1.jpg
https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Chiesa_di_Maria_Santissima_Assunta_1.jpg#/media/File:Chiesa_di_Maria_Santissima_Assunta_1.jpg

La prima cattedrale di Castellammare di Stabia era situata nei pressi della collina di Varano[2]; in seguito venne spostata nei pressi del Castello Medioevale ed infine nella zona dell’attuale piazza Quartuccio: a seguito del terremoto del 1436, l’edificio subì notevoli danni che portarono alla decisione di costruire un cattedrale ex novo[3]: il 17 settembre 1517 una commissione di alcuni cittadini eletti dalla giunta municipale affidò all’architetto Giovanni Donadio il compito di disegnare la nuova chiesa, ma per motivi ignoti questo progetto non venne mai realizzato. Anche nel 1569 ci fu un secondo tentativo da parte del vescovo Antonio Laureo, anch’esso senza alcun esito[4]. Ludovico Maiorano, salito all’episcopato nel 1581 vendette la cattedrale al castello, ormai ridotta in rudere, ricavando una discreta somma da poter investire nella costruzione della nuova: nel 1587 l’amministrazione della città concesse l’autorizzazione per l’avvio dei lavori[2] sovvenzionando il progetto con una gabella, imposta ai cittadini, di un tornese su ogni chilo di carne, olio, formaggio ed altri generi alimentari comprati nelle botteghe della città o nella Regia Dogana: la nuova chiesa sorse sui resti di quella precedente al Quartuccio. I lavori furono affidati all’architetto Pietro Antonio De Sanctis e realizzati da Santoro Cortolano e Paolo Fasano[4]: l’apertura del cantiere avvenne il 22 novembre 1587 come testimoniato dalla cerimonia della posa della prima pietra riportata in un libro conservato nell’archivio storico della cattedrale:

«A dì 22 de novembre 1587 Ludovico Mayorano, episcopus Castelli maris, buttò la prima pietra alla fabrica dello Piscopato della Cita de Castello ad mare ut supra[4]»

I lavori procedettero molto lentamente, anche per la continua mancanza di fondi economici, situazione che venne più volte risolta imponendo una gabella ai cittadini: l’apertura parziale al culto dell’edificio si avrà soltanto nel 1643, anno in cui vennero concesse alcune cappelle gentilizie a diverse famiglie nobili della città[3]. La chiesa era però tutt’altro che conclusa: mancavano infatti ancora importanti elementi come l’organo, che venne installato nel 1668 e sistemato definitivamente nel 1774, l’atrio, realizzato nel 1713, e l’altare maggiore i cui lavori iniziarono nel 1753 e terminarono nel 1760, quando il vescovo Giuseppe Coppola, lo consacrò il 12 aprile. Mancava inoltre il campanile: nel 1774 si decise di ristrutturare quello già esistente ma il vescovo di oppose fortemente perché avrebbe dovuto cedere circa due metri del suo terreno; nel 1782, dopo l’intervento del re, si arrivò alla conclusione di costruire un nuovo campanile sul territorio comunale per una spesa pari a 7.323 ducati[4].

Tra il 1875 ed il 1893, su ordine del vescovo Petagna, la chiesa fu completamente modificata: assunse la forma a croce latina, fu creato il transetto e il presbiterio ed edificata la cappella dedicata a san Catello[2]; durante lo scavo della cappella del santo patrono rivennero alla luce resti di una necropoli paleocristiana, segmenti di strade e soglie di abitazioni romane: questo luogo prese il nome di Area Christianorum. Nel 1893 la chiesa fu solennemente consacrata dal vescovo Sarnelli e dedicata a Maria Santissima Assunta, dopo oltre tre secoli dall’inizio della costruzione; nel 1930 ha subito alcuni lavori di restauro così come nel 1980 a seguito dei danni provocati dal terremoto dell’Irpinia[4].