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VITO EQUENSE

Di Mentnafunangann – Opera propria, CC BY-SA 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=18571004

Le prime testimonianze di vita nell’area del comune di Vico Equense risalgono al periodo del VII secolo a.C., grazie a ritrovamenti di corredi funerari facenti parte di una necropoli scoperta negli anni sessanta del XX secolo[4]; la prima citazione scritta riguardante il territorio invece risale al I secolo, quando Silio Italico, nel poema Punica, cita un certo guerriero di nome Murrano, proveniente dall’Aequana, un territorio vicino Sorrento[4]: documenti di epoca medievale confermano poi l’esistenza del borgo di Aequa, nel tratto di costa che oggi viene identificato oggi nella frazione di Seiano[5]. Tuttavia doveva anche esistere un piccolo borgo, a forma di impianto ippodameo, sul pianoro dove sorge l’attuale città, di cui non si conosce il nome e che andò spopolandosi poi durante il medioevo: a testimonianza di questa ipotesi è un documento del 1213 che indica una località denominata ad Vicum dicitur e della struttura viaria attuale che ricorda quello dell’antico borgo[4].

Con l’arrivo degli Aragonesi e poi degli Angioini, il vecchio paese sul pianoro ritornò a vivere, grazie anche allo spopolamento dell’abitato di Aequa, divenuto oggetto di razzie da parte dei pirati: vennero così costruite mura, al cui interno fu poi edificata la cattedrale con annesso episcopio ed il castello[4]. Con il passare degli anni intorno al centro si svilupparono, sparsi anche sui monti circostanti, spesso intorno a chiese, piccoli borghi, che costituisco le attuali frazioni; fu tuttavia nel XIX secolo che si ebbe un totale riassetto dell’urbanistica: vennero infatti eliminate le mura e fu aperta la strada che collegava Castellammare di Stabia con Sorrento; fu in questo periodo inoltre che iniziò la forte vocazione turistica del paese, soprattutto durante il periodo estivo, sia come luogo balneare che termale, grazie alla presenza del complesso termale dello Scrajo[4].

Nel 1906 l’isolamento terminò con l’apertura della linea tranvia Castellammare di Stabia – Sorrento[6], sostituita poi nel 1948 dalla ferrovia Torre Annunziata – Sorrento che collega la costiera sorrentina con Napoli[7]; durante gli anni sessanta e settanta del XX secolo Vico Equense fu interessata da un notevole sviluppo edilizio che comunque non intaccò la fisionomia urbana: danni si ebbero con il terremoto del 1980, successivamente riparati.

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