A 20 anni ero iscritto a Giurisprudenza, mi diplomavo al Conservatorio a Napoli e vincevo la medaglia di bronzo ai Campionati mondiali di Tae Kwon Do in California.Avevo mille strade davanti a me. Scelsi per passione, scelsi la musica. (Ma mi ricordo ancora come si chiavano le mazzate!) Ero convinto allora, come oggi, che il mondo avesse bisogno di più napoletanità e della magia che solo la musica sa creare. Per questo la mia musica mischia tradizione e folklore, racconta il popolo, la cultura, il ritmo cui viaggiano i nostri sogni. Così dal 1981 viaggio, portando in tour, con la mia Band, in tutto il mondo la mia Napoli e la sua musica popolare. Da Los Angeles a Parigi, da New York a Mosca. Da Roma a Tokyo, da Barcellona a Toronto. In questi anni ho collaborato con colleghi, amici e artisti straordinari come Eugenio Bennato, Peppe Barra, Moni Ovadia, Massimo Ranieri e tanti atri. Detesto gli integralisti. Amo chi sa creare, mischiano, rischiando, appassionando. PietrArsa è il nome della mia band ma anche il nome della pietra lavica del Vesuvio e quello della località nei pressi di Napoli dove, nel 1839, furono impiantate le officine meccaniche borboniche per la costruzione della prima tratta ferroviaria italiana, la Napoli-Portici. Scelsi questo nome per un duplice motivo. Innanzitutto, Pietrarsa, situata in prossimità di quell’entroterra campano ricchissimo di arcaica musica etnica, è un nome che evoca sia i ritmi delle tammorre contadine sia quelli della moderna civiltà industriale. Poi, perché i PietrArsa effettuano un incessante viaggio nel mondo di un folklore postmoderno, lontano dalle opprimenti maglie della filologia, con un occhio rivolto alla tradizione (tammurriate, tarantelle tradizionali, canti a distesa) e l’altro alla sperimentazione.
DISCOGRAFIA