Il rito arboreo di Rotonda è quello che rispetta di più i rituali e i gesti di una tradizione antica che rimanda ai miti celtici. La festa prende il nome di “L’a pitu e La rocca” e prevede il matrimonio tra un gigantesco faggio, l’a pitu, e un minuscolo abete, la rocca e avviene ogni anno dall’8 al 13 giugno.
La leggenda narra che Sant’Antonio passò per Rotonda nel XIII secolo e si fermò nei boschi del Pollino, trascorrendo una notte sotto un abete in località Marolo. Anni dopo, nello stesso punto, un pastore inciampò precipitando in un burrone ed invocò disperatamente il nome del Santo, che gli apparve in tutto il suo splendore e lo salvò. L’uomo miracolato raccontò l’accaduto e ogni anno si recò nel bosco per abbattere un abete ed offrirlo al Santo, coinvolgendo di volta in volta sempre più gente in questo suo gesto. Il matrimonio simboleggia, appunto, la conseguente abbondanza dei raccolti.
Ogni anno due gruppi di fedeli di Rotonda, salgono a piedi in montagna per recidere due alberi che faticosamente vengono portati in piazza, “maritati” e innalzati in devozione a Sant’Antonio. Il viaggio dura sei giorni e si svolge tra antiche tecniche per il trasporto, strani congegni, buoi forzuti che aiutano nel trasporto dell’albero, preghiere, musiche, balli e canti.
Da allora nulla è cambiato: la festa ha mantenuto intatto il suo fascino e le sue usanze proponendo sempre lo stesso rito.