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MADONNA DELLA STELLA (San Costantino)

Di Asia – Opera propria, CC BY-SA 4.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=59136036

La seconda domenica di maggio si svolgono i festeggiamenti in onore della Madonna della Stella. ll cuore delle celebrazioni è rappresentato dall’accensione di caratteristici pupazzi denominati nusàzit che sono messi su un palco nella Piazza principale del paese, posta di fronte alla Chiesa Madre, e accesi al momento in cui la Madonna è portata fuori dalla chiesa, alla fine della messa e prima dell’inizio della processione diretta al Santuario.

La tradizione dei pupazzi non è autoctona e non ha riscontro neanche nei paesi limitrofi. Essi infatti vennero costruiti la prima volta da Peppino Chiaffitella detto Pllinja di ritorno dal Messico, dove era emigrato per un certo tempo, agli inizi del XX secolo, in devozione alla Madonna. I pupazzi antropomorfi di cartapesta sono costruiti con opportune intelaiature (armaxhi) di legno, e sono poi vestiti con i costumi raffiguranti elementi del folclore locale. Tali pupazzi sono riempiti opportunamente con polvere pirica e razzi, al fine di generare un moto (in alcuni rotatorio intorno al proprio asse e altri di vario tipo) che si conclude per ognuno di essi con la detonazione finale. Ogni detonazione sarà, ovviamente, più potente della precedente in considerazione dei personaggi che di volta in volta esplodono. Si tratta di pupazzi a grandezza naturale che raffigurano i seguenti personaggi: una donna (nusja), un pastore (Kapjel picut), due fabbri (furxharet) e il diavolo (djallthi). La donna è vestita con il costume di gala albanese; l’uomo, vestito con il tradizionale costume con il cappello a punta, porta due forme di ricotta; il diavolo, solitamente raffigurato secondo l’iconografia locale, cioè con due facce, quattro corna, i piedi a zoccolo di cavallo (kèmb rrutullore), porta in mano una forca (furrcilia) e la catena del paiolo (kamastra).

Oltre ai Nusazit, in occasione della festa, viene preparato un altro pupazzo in cartapesta e imbottito di polvere pirica, raffigurante un cavallo col cavaliere (Kali) pieno anch’esso di petardi, che viene acceso la sera della vigilia della festa in piazza. Il cavallo con il cavaliere ha un telaio rettangolare ed è trasportato con passo saltellante da un uomo posto al suo interno.