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SANTUARIO DI SANTA MARIA DELLA CONSOLAZIONE

Di Openyourm di Wikipedia in italiano, CC BY-SA 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=9690340

Situato ad 1 km dal paese in direzione sud, verso le ultime propaggini dei monti, è una costruzione imponente risalente al periodo bizantino e ricostruita nel 1558 in segno di ringraziamento alla Madonna, apparsa in quel luogo ad una pastorella, dopo un lungo periodo di epidemie che aveva colpito il paese. Conserva una bella statua in marmo della Madonna risalente al 1512 che lascia presupporre un culto mariano preesistente alla costruzione del Santuario. Importanti inoltre il portale di ingresso in pietra e due bassorilievi tondi del seicento in marmo con decorazioni di intagli lignei dorati. Una descrizione di questo Santuario si può trovare nello Zodiaco di Maria[6], scritto da padre Serafino Montorio nel 1715 e dove descrive il santuario così:

«edificata sopra orbicolare collina, ma in modo, che con dolce declivio si distende nel piano. Da ogni parte è riguardata dal Sole, che dispensandole liberalissimo i suoi raggi luminosi, la rende d’aria assai celebre, ed amena. Il suo territorio è molto fruttifero; i frutti molto dilettevoli, e d’ogni altra cosa al vivere umano necessaria è abbondantissimo, in modo che senza invidiare i convicini paesi gode tutti quei beni, che sa dispensare la madre Natura, ed in particolare ha sorgive d’acque, non solo limpide, e cristalline, ma anche freddissime.»

Il santuario per un breve periodo, tra la fine del Settecento e l’inizio del secolo successivo, accolse anche un orfanotrofio, e successivamente accolse anche il seminario Diocesiano. Attualmente una parte del santuario, è stata adibita a sede del Parco nazionale del Pollino. Un evento degno di nota, che coinvolse il santuario, fu il trafugamento da parte di ignoti dell’antica statua, del 1512 della Madonna della Consolazione la notte del 7 ottobre 1976. La statua fu trovata solo quattro anni dopo, ad Arezzo a Villa Wanda, abitazione del capo della P2 Licio Gelli, il quale cambiò l’aspetto della statua per far in modo da non farla riconoscere. Il ritrovamento fu possibile grazie ad un articolo su Epoca, un settimanale che pubblicò delle foto del giardino di Licio Gelli, e grazie a queste un rotondese riconobbe la statua. Prima di far ritorno a Rotonda la statua, per ordine del Ministero delle Belle Arti, fu esposta a Castel Sant’Angelo fino al 3 ottobre 1981.