Interessante è il secentesco palazzo dei signori Pace di Venticalia, originato su una precedente struttura edificata dai Pignatelli principi di Noja. Ospitò Giulio Capece Scondito, vescovo di Anglona, durante la sua visita pastorale. Subì danni ingenti a causa del terremoto del 1783 e venne così più volte rimaneggiato. Conservava sino ai primi anni del XX secolo bei soffitti lignei affrescati cinqueenteschi con scene grottesche e mitologiche tra cui quello principale del salone che ricordava le Dodici fatiche di Eracle Venduto dall’ultima erede della famiglia, Menadora Pace di Venticalia (1845–1930), il palazzo fu sede dell’asilo infantile gestito dalle suore basiliane e poi, smembrato, venne adibito ad abitazioni private.
Si conservano ancora intatti l’imponente scalone di tufo che conduce alla loggia panoramica del terzo piano e la ricca cornice litica settecentesca del portone, opera di maestranze locali, sormontata dallo stemma di famiglia Pace che raffigura, in campo d’azzurro, due gemelli abbracciati reggenti in mano l’uno una stadera e l’altro una corona d’ulivo e sedenti sopra la frase in greco “giustizia e pace si sono abbracciate” tratta dal libro dei Salmi 85.11.