La chiesa di Santa Maria Assunta o chiesa di Santa Maria Maggiore è il principale luogo di culto di Polizzi Generosa. Appartenente alla Diocesi di Cefalù sotto il patrocinio di Gandolfo da Binasco, arcipretura di Polizzi Generosa.
L’edificio sorge nella parte alta della città ai piedi del colle denominato «Castello» con prospetto rivolto a levante. Le prime strutture risalgono all’epoca normanna[1] erette per volontà della contessa Adelasia di Adernò, nipote del Gran Conte Ruggero, consorte di Rinaldo dell’Aquila e signora di Polizzi.
La costruzione è ingrandita sotto i Ventimiglia[1] in stile gotico e varie volte rimaneggiata nel corso dei secoli, rifacimenti che si susseguirono nel corso degli anni in particolare nel 1620, profondamente modificata nel 1690,[1] nel 1764, anno in cui venne diroccata, fino alla parziale riedificazione del 1794. I caratteri originali normanni sono riconoscibili sotto il cinquecentesco portico laterale[1], nella finestra lunga e stretta e nell’antico portale denominato di «San Cristoforo».
A Gandolfo Buongiorno spettano le modifiche del prospetto e la demolizione del primitivo campanile.
L’impianto è di tipo basilicale a tre navate[1] suddivise da pilastri con capitelli e archi a sesto acuto. Giurati, nobili, confraternite hanno contribuito ad arricchirla dopo il passaggio al demanio regio dotandola di cappelle, coro, organo, il Crocifisso e la cona grande, polittico realizzato da Antonello Crescenzio.
Sulla porta d’ingresso sono poste La Strage degli Innocenti e Il Martirio dei Diecimila Martiri, opere di Johannes de Matta, rispettivamente tempera e olio su tela, ambedue collocabili nel quarto decennio del XVI secolo.