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CASA MUSEO ANTONINO UCCELLO

Di Cisco 79 – Regione Sicilia, Pubblico dominio, https://it.wikipedia.org/w/index.php?curid=4826209

Dopo aver compiuto gli studi magistrali a Noto, nel 1944 sposò Anna Caligiore. Nel 1947 si trasferì in Lombardia dove insegnò alle scuole elementari della Brianza; fu in questo periodò che Uccello avvertì la necessità di recuperare il patrimonio culturale della Sicilia contadina e rurale, in coincidenza di un intenso flusso migratorio verso le regioni del nord che minacciava di disperdere tale patrimonio di tradizioni e usi e costumi siciliani. Oltre a organizzare mostre d’arte contadina, in Lombardia ebbe l’occasione di frequentare i cenacoli culturali incentrati sulla figura di Elio Vittorini e conoscere personaggi quali Ernesto Treccani, Piero Chiara, Luciano Budigna, Ugo Bernasconi, Tono Zancanaro.

Dopo un periodo di prolifica attività poetica di stampo neorealista con influenze ermetiche, Uccello cominciò a sviluppare un maggiore interessamento verso la ricerca etnoantropologica collaborando con l’Accademia nazionale di Santa Cecilia e il Centro Nazionale Studi Musica Popolare di Roma e maturando una critica influenzata dalla lettura dei Quaderni dal Carcere di Antonio Gramsci. I suoi studi in questo campo furono volti principalmente a una rilettura del Risorgimento visto attraverso l’ottica delle masse popolari siciliane e soprattutto ai diversi aspetti della cultura popolare e contadina.

Nel 1960 Uccello tornò a Palazzolo Acreide, dove nel 1971 inaugurò la famosa Casa-museo che ebbe tra i visitatori tanta gente comune e varie personalità tra le quali Leonardo Sciascia e Renato Guttuso.[1] Chiusa nel 1979, dopo una raccolta di firme voluta dall’ultimo suo editore Beppe Costa la Casa-museo fu acquistata dalla Regione Siciliana nel 1983 e nuovamente allestista per consentirne la fruizione al pubblico. Antonino Uccello morì nel 1979 in seguito a un male incurabile. È sepolto a Canicattini Bagni.

Il regista Vittorio De Seta gli ha dedicato il mediometraggio documentaristico intitolato Dedicato ad Antonino Uccello, diretto nel 2003.