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CHIESA DI SAN PAOLO

Chiesa di San Paolo, Palazzolo Acreide.jpg
Di Davide Mauro – Opera propria, CC BY-SA 4.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=67754060

Il tempio fu edificato sull’area che occupava la primitiva chiesa di Santa Sofia. Quest’ultima fu concessa ai confrati a patto che mantenessero, nella nuova costruzione, un ambiente con altare dedicato alla santa. L’edificio era in parte perfezionato nel 1657, anno in cui fu intronizzato il simulacro di San Paolo.

Nel 1663 fu elevato a parrocchia sacramentale ad quinquennium e nel 1669 fu dichiarato sacramentale in perpetuum.

Nel mese di settembre del 1688 San Paolo fu eletto, in apposita assise popolare, patrono principale e protettore di Palazzolo Acreide. Sostituisce la Vergine Odigitria. L’elezione fu confermata dalla Sacra Congregazione dei Riti nel luglio del 1690.

La città è suddivisa in contrade cui fanno capo altrettante chiese (dedicate rispettivamente a San Paolo, San Sebastiano, San Michele, Sant’Antonio). La chiesa di San Paolo aveva supremazia su tutte.[2]

Con la concessione del titolo di parrocchia alla chiesa di San Sebastiano nel 1859 le tensioni e i dissidi tra le due comunità si inasprirono.[3]

Le reciproche scaramucce e dispetti tra sambastianari e sampaolari, per sanguigne passioni e viscerale attaccamento alle tradizioni, assumono dimensioni tali da costituire oggetto d’analisi da parte dell’antropologo Giuseppe Pitrè.[4]

Una gradinata a rampa unica di 11 gradini raccorda il piano stradale con il sagrato su cui insistono i tre archi del portico o pronao d’accesso alla basilica. Atri sei gradini attraverso il solo varco centrale permettono l’accesso al vestibolo, le arcate minori laterali presentano balaustre in pietra.

La suggestiva facciata barocca è opera del netino Vincenzo Sinatra, ripartita su tre ordini divisi in tre corpi al primo livello, un unico corpo centrale per i restanti livelli caratterizzati da volumetrie via via decrescenti. Elaborati cornicioni e marcapiano dalle ricche modanature separano i livelli, ringhiere in ferro battuto proteggono i rispettivi camminamenti.

Il primo ordine è delimitato da paraste angolari curvilinee che raccordano la controfacciata determinando nell’atrio due arcate sfalsate laterali con sviluppo ad ogiva. Il corpo centrale, per due livelli, è ulteriormente arricchito da coppie di colonne binate aggettanti che contribuiscono ad esaltare la prospettiva convessa di tutta la struttura. L’arcata centrale poggia su colonne parimenti sormontate da capitelli corinzi.

Il secondo ordine ricalca lo schema del corpo centrale del primo con lesene ai lati della grande arcata. All’interno della campata è collocato un gruppo statuario raffigurante un Gesù Cristo con globo crucigero ritratto in atto benedicente, ai lati due angeli osannanti. Due grandi volute raccordano il corpo centrale al livello inferiore conferendo all’insieme slancio e simmetria, sulle mensole superiori sono collocati vasi fiammati acroteriali. Disposte simmetricamente su piedistalli otto statue raffiguranti gli Apostoli.

Il terzo ordine è costituito da un solo corpo centrale abbellito da coppie di lesene binate e colonne a sostegno dell’arco. L’ambiente interno ha funzioni di cella o loggia campanaria. Le restanti quattro statue degli apostoli delimitano l’apertura frontale.

Chiude la prospettiva una cuspide a bulbo contornata da vasi acroteriali fiammati con croci sommitali. La superficie esterna del bulbo reca uno stemma raffigurante una spada che sostiene tre corone sovrapposte simboleggianti gli ordini feudali: l’ordine demaniale o civico proprio delle città regie, l’ordine feudale o baronale, l’ordine ecclesiastico.

Controfacciata, cantoria e organo.