Il complesso di Santa Maria della Croce a Scicli è un sito religioso che si compone di un convento, una chiesa, un oratorio e due cortili. Si tratta di uno degli edifici più antichi della città.[1]
Il complesso, fondato da frati minori dell’ordine francescano, si trova in cima al colle detto della Croce.
In un cartiglio a losanga, posto sul lato sinistro del prospetto della chiesa, è indicato il 1528 come anno di fondazione e la data è congruente con la fondazione del convento, che quindi risulta coevo alla chiesa. Secondo altre fonti, la fondazione della chiesa è collocabile tra la fine del Quattrocento e l’inizio del Cinquecento.[3][1]
L’oratorio, intitolato alla Madonna di Sion, è invece preesistente e datato alla seconda metà del XV secolo. Presenta affreschi del XV e del XVI secolo, ora conservati nella chiesa di Santa Teresa a Scicli.[2]
Dopo l’Unità d’Italia il complesso fu venduto all’asta e divenne proprietà privata. Alla fine degli anni novanta del XX secolo fu espropriato dalla Regione Sicilia e restaurato in due battute, per un importo complessivo di circa 3 milioni di euro.
Chiesa e convento presentano residui elementi tardogotici, risparmiati dal terremoto del 1693 e che spiccano rispetto al panorama barocco che domina a Scicli, determinato dall’attività di restauro operata a seguito del sisma.[4]
La chiesa è a navata unica, con abside semicircolare. Delle modifiche settecentesche rimane traccia nelle cronache di Carioti[3]:
«E diggià nell’anno 1758 s’ha riformata in elegante e migliore disegno la stessa chiesa del Reverendo Padre Priore Fra’ Giovanni Lorefice, cavagliere, e lo fu definitore l’anni passati, n’à ristretto il novero degli antichi altari per la nicissità del nuovo disegno.» |
In un passo poco precedente Carioti scrive[3]:
«Intorno agli altari della chiesa altro non ci resta di dire, che d’essere decorati di belle immagini d’insigni pittori e ben provveduti di legati di messe, delle quali due volte per il permesso pontificio ne an fatto i padri del convento la reduzione, una nel 1500 e l’altra nel 1730 circa.» |
È poi documentato un intervento di stuccatura tra il 1784 e il 1788, periodo in cui i frati incaricano il maestro Aloisio Cascone di Ragusa di[3]
«stucchiare la chiesa secondo il disegno fatto da don Giovanni Battista Ragazzi con abbellire la Cappelletta della SS. Nicchia di Nostra Signora della Croce.» |
La facciata della chiesa, tardogotica, presenta colonne tortili e due archi, uno a tutto sesto e un altro a sesto acuto. Accanto alla chiesa è un piccolo oratorio, dedicato alla Madonna di Sion, con un prospetto caratterizzato da due semicolonne e un arco trilobato, con in cima una croce in altorilievo.[3]
Insieme alla chiesa madre di Vizzini e al portale poi inglobato dalla chiesa di Sant’Agata, sempre a Vizzini, il complesso di Santa Croce attesta, almeno indirettamente, l’esistenza di una colonia di maestri artigiani originari della Castiglia.[5]