Localizzato sulla terza collina detta del “Casale”, ospitava un convento benedettino, secondo gli scritti poteva aver ospitato un avanposto militare. Nel 1179 Guglielmo II di Guarna fondò in tale luogo fondò un monastero per uomini, direttamente soggetto al Vaticano, purché i monaci riconoscessero l’autorià episcopale della chiesa marsicense, pagandogli ogni anno 3 libbre di cera e una d’incenso.
Ciò che il monastero ne guadagnò fu la giurisdizione di 65 famiglie del rione casale, avvaledosi dei tributi da essi versati, nonché varie vigne nell’area sottostante, un mulino sull’Agri e il diritto di taglio e trasporto di 2 some di legna quotidiane dalle proprietà boschive del conte. Riporta l’Ughellio che questi privilegi furono confermati dai successori del conte Guglielmo: Filippo e Giacomo Guarna. All’arrivo dei Sanseverino, i frati vennero trasferiti a Padula, a Marsico nacque un convento di monache, l’anno preciso di questo evento è sconosciuto ma essendo a cavallo tra la giurisdizione di Ruggero Sanseverino e di suo figlio Tommaso, si ipotizza però che avvenne prima del 1281 perché si ha notizia dell’acquisto di un terreno da parte di una badessa benedettina,”La venerabile Pacifica”, inoltre nel 1285 Ruggero morì.
Il cambiamento degli occupanti di tale struttura è importante perché nel 1295 la contea di Marsico era nell’epoca di Tommaso, sposato con Teodora D’Aquino, sorella di San Tommaso d’Aquino dottore della chiesa. La badessa del convento divenne Agnese D’Aquino, nipote di Teodora. La struttura ricevette in questi anni la visita dello stesso San Tommaso, è riportata la narrazione decondo cui il santo toccò una “croce di calce”, poi gelosamente custodita della quale oggi non si ha notizia. Negli anni successivi i Sanseverino garantirono privilegi ed eccezionale protezione al convento. Il quale sino ai primi anni del XIX secolo rimase attivo. Ospitò poi in epoca fascista la scuola elementare Manzoni, ed ospita oggi il Parco Nazionale dell’Appennino Lucano, Val d’Agri e Lagonegrese.
Presenta uno spazioso piazzale antistante sul quale affaccia il primo edificio a due piani che conduce a un cortile sovrastante i giardini, da qui altri due edifici posti al di sotto della sovrastante chiesa della Madonna del Carmine, portano attraverso le loro scalinate sulla sommità della collina del Casale, snodandosi per mura dirute appartenenti all’antico convento e una spettacolare cisterna per la raccolta di acqua piovana.
La chiesa della Madonna del Carmine, già eretta a parrocchia, pur essendo compresa tra le mura conventuali ha un accesso esterno per il popolo, un ampio sagrato e una semplicissima navata. Non presenta particolari arredi, esclusi i particolari lapidei esterni, e la statua lignea della Madonna del Carmelo, festeggiata l’ultima Domenica di Luglio, ritenuta in pectore, seconda festa patronale.